Scrivere e basta!
A Gorizia si arriva a
38°. L'umidità sale anche oltre l'80%. Ho un figlioletto di un anno
che si trova nella deliziosa fase dello “spacca schiena”*. E cosa
mi prende proprio ora?
La voglia di mettermi a sistemare il romanzo
che deve uscire a settembre!
Sì, certo, doveva essere
già bello pronto per la stampa, lo avevo detto ai quattro venti mesi
or sono. Invece... Invece ti svegli una mattina e senti il grillo
parlante che ti dice che beh, tutto sommato un'aggiustatina in più
gli serve. Tu lo ignori ed esci di casa. Il giorno seguente
insiste, ricordandoti tra l'altro che certi editori in passato ti
hanno sbattuto la porta in faccia con dei lapidari: “I suoi romanzi
sono troppo lunghi e contengono troppi argomenti insieme. Sono il
corrispettivo di un album dei System of a Down: da uno se ne
potrebbero ricavare altri dieci!” Ecco, lì inizia a salirti la
carogna, ma fai ancora orecchie da mercante. Quando però il terzo
giorno il grillo parlante se ne esce con un: “Non eri tu quella del
'bisogna migliorarsi di libro in libro'?” allora capisci che
questo assillo continuerà fino a quando non ti rimetterai a
revisionare per l'ennesima volta il tuo romanzo.
Sicché sono ripartita la
sera del primo compleanno di Damon. Potrebbe essere benaugurante, no?
Ed è stato così piacevole... certo il romanzo era fermo da qualche
mese nel suo cassetto, perciò rileggerlo è stato come trovarsi
davanti all'opera di qualcun altro. Ok, non del tutto, ma aveva una
freschezza che era andata perduta dopo settimane trascorse sopra a
ruminare su ogni virgola. E poi sono ammaliata dalla scrittura. Sì.
Da quando mi ero staccata da “Tempora d'autunno” ho dedicato
tutto il mio tempo libero alla pittura, al merletto, ai lavori a
maglia, alla traslitterazione di “Mitologia slava”, alle letture
e agli studi, a Yoga, insomma, un calderone di passioni coinvolgenti
che, tuttavia, mi facevano arrivare a letto insoddisfatta. Come se
mancasse qualcosa. Come se non avessi adempiuto a un dovere fondante
della mia vita. Adesso capisco. La mia insoddisfazione nasceva dal
fatto che non mi fossi occupata della scrittura. Non della revisione
del mio secondo romanzo, nello specifico. Quello che sto ammettendo è
che ora mi è chiaro che è la scrittura la parte essenziale e
insostituibile della mia esistenza. No, non è la scoperta dell'acqua
calda, l'ho sempre gridato a tutti, ma in fondo, dentro di me pensavo
che nutrivo anche altri interessi e dovevo trovare il tempo per
dedicarmi anche a essi. Da anni mi faccio in tanti piccoli pezzettini
per potermi occupare ogni giorno di diverse attività. Forse ora sto
approdando a un nuovo livello di consapevolezza: la scrittura DEVE
essere la priorità, anche se occuparsene ogni giorno è stancante,
sfibrante, logorante. Diceva Blaise Cendras: “La scrittura è un
incendio che infiamma un gran trambusto di idee e che fa sfavillare
associazioni di immagini prima di ridurle in crepitanti braci e
cascate di cenere. Ma se la fiamma fa scattare l'allarme, la
spontaneità del fuoco resta misteriosa. Perchè scrivere è bruciare
vivo, ma anche rinascere dalle proprie ceneri”. Giusto. Perfetto
anche per l'attuale condizione atmosferica!
Eppure le cose stanno
proprio così. Anche il noto economista Jacques Attali nella sua
ultima fatica “Scegli la tua vita!”, Ponte alle Grazie (2015)
consiglia a tutti noi di trovare il nostro scopo nella vita e di
dedicarci a esso con tutta la nostra attenzione e le nostre energie,
perché è quello che renderà la nostra esistenze piene e ricche, a
prescindere dagli effettivi risvolti economici. E se fino a oggi mi
sono dedicata alla scrittura per buona parte del tempo, d'ora in
avanti comincerò a occuparmene per la maggior parte delle mie
giornate, perché il senso di appagamento che mi fa provare non ha
eguali e perché più si matura e più bisogna prendere coscienza
della necessità di discernere quello che ci rende completamente
felici da quello che rappresenta un esercizio di stile o un orpello.
Inoltre, purtroppo o per fortuna il tempo libero è sempre poco,
perciò se sottraiamo alle nostre giornate quello per gli affetti e
per il lavoro, ne rimane davvero poco per realizzare quello
che è il motivo della nostra vita -sempre che non possediamo la
fortuna di far combaciare il nostro lavoro con il nostro talento-.
La decisione è presa e
ora... spero di non deludere me stessa e riuscire a scrivere davvero
sempre meglio.
_._._._.
*per i non addetti ai
lavori è il periodo che non si sa quando comincia e men che meno
quando finisce, durante il quale il pargolo vuole essere portato per
le mani ovunque, dal momento che ancora non cammina ma nutre
un'insopprimibile desiderio di esplorazione.
Tanti auguri per Damon e per il nuovo libro .OLgica
RispondiEliminaGrazie mia cara! Ad maiora!!
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