E' già Natale! Che sia un Solstizio d'Inverno di rinascita per tutti.
Un anno fa non potevo godermi il
periodo natalizio. Dovevo lavorare. Tutti i giorni. A momenti non
c'era tempo nemmeno per andare a cercare i regali e sono stata
costretta ad addobbare l'albero di Natale appena il 21 dicembre! E
così due anni fa, tre anni fa, quattro anni fa,...
Questo anno, invece, il
mio albero di Natale è pronto già il 2 dicembre! Complice una
favorevole situazione e una scelta molto importante, mi sono
auto-regalata un anno sabbatico, durante il quale mi sono
letteralmente purificata e sono rinata. Potermi godere le piccole,
grandi gioie che il ritorno a una vita dai ritmi più naturali
comporta, è un bene preziosissimo.
Ho reimparato a respirare, a non andare
in apnea per giornate intere. Mi sono goduta i caffè al bar la
mattina, leggendo i quotidiani e scoprendo tante piccoli ma
interessanti e stimolanti informazioni culturali che un tempo sarebbe
stato impossibile scovare. Osservo il mondo intorno a me senza
stress, senza il timore di essere in ritardo o non avere
semplicemente tempo. Prendo nota mentale delle espressioni delle
persone, dei loro modi di fare, dei cambiamenti in atto nella città,
di due cani che si annusano per strada o dei gatti che saltano da una
macchina all'altra. E tutte queste immagini non riempiono il mio
cervello, come avrebbero fatto durante i 14 anni di lavoro
ininterrotto che mi sono inflitta. No, tutte queste informazioni
fanno parte del mio eterno presente, per questo non pesano, non
gravano su di me. Sono completamente immersa nel presente e perciò
non c'è ansia, non c'è stanchezza, non c'è stress.
C'è solo una permanente quiete.
La consapevolezza di essere arrivata a
questa libertà -che peraltro dovrebbe appartenere a ogni singolo
uomo- con le mie sole forze, di essere ancora totalmente indipendente
e di poter fare delle scelte per il futuro con calma e senza tensioni
di sorta, è un appagamento ulteriore.
Ci sono autori che chiamano questo
stile di vita down-shifting (letteralmente: scalare una
marcia), o slow living. E si farciscono siti internet, blog e
scrivono libri sull'argomento, quando in realtà si tratta del modo
di vivere più semplice e naturale per l'uomo. Certo, uno dei
presupposti è: bandire il materiale. Imparare ad avere bisogno di
poco, perché riconosci che ciò che davvero importa è dentro di te,
non fuori di te e pertanto, oltre ai beni di primaria necessità
(vitto e alloggio) poco altro ti è necessario.
Io dico semplicemente che bisogna
imparare a conoscersi, capire cosa si vuole fare nella vita e andare
dritti lungo quella strada. Non ci sono rinunce da fare, ma solo
gioie da scoprire. E se le rinunce sono i beni materiali, e qualcuno
li ritiene troppo importanti, al confronto della piena realizzazione
di sé, forse dovrebbe smetterla di lamentarsi per la sua infelicità
insanabile, tacere e affondare in silenzio.
Chi vive inseguendo la sua natura è
felice. Perché ha trovato se stesso e Vive pienamente ogni singolo
giorno della sua vita.
“Come si può rendere una persona
felice contro la sua volontà?
Puoi cercare di farla appassionare a
certe cose,
insegnarle un po' quelle che a scuola
chiamano “materie facoltative”,
ma per quanto insisti non caverai
alcuna felicità
da un individuo che non l'abbia già in
sé.
L'unico risultato, probabilmente, è
che tu ci perdi la tua.
Ovviamente la felicità viene da
dentro,
non dall'esterno”
Scriveva Elizabeth Von Arnim in “The
solitary summer” (1899).
Parole sacrosante. E la felicità la
possediamo tutti, fin da bambini. Sono la società, la religione, la
politica, gli Altri ad annebbiarla o celarla dietro un paravento più
o meno pesante, nel corso della nostra crescita.
C'è chi riesce a uscire dalla bruma e
a scagliare lontano il paravento, per risvegliarsi e liberare la sua
felicità e c'è chi invece rimane fermo dov'è. E' facile, infatti,
rimanere dove ci si trova. Anche le difficoltà quotidiane sono
rassicuranti, rispetto all'ignoto, allo sforzo iniziale che serve per
tornare liberi. Difficile è lottare per liberarsi da catene e
condizionamenti. E proseguire in una lotta quotidiana per difendere
le proprie posizioni.
Se solo si comprendesse che, una volta
ritrovata la propria felicità, la lotta quotidiana viene così
naturale da non avvertirla nemmeno come qualcosa di difficile e
oneroso...
E' Natale. Il primo vero Natale dopo
tanti anni, per me. Un Natale consapevole, pieno, semplice. Posso
farmi pervadere dal suo spirito e, finalmente, Vivere.
vorrei tantissimo "uscire dalla bruma e a scagliare lontano il paravento" amica mia.......
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