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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

KNIT CAFE' GORIZIA

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Ognuno di noi ha diversi sogni nel cassetto. Altri, accanto ai sogni hanno anche dei progetti che li appassionato quanto e più dei sogni. Uno dei miei era aprire un Knit  Cafè  nella mia città, ovvero un luogo di ritrovo per donne (ma anche per uomini creativi) dove riunirsi per scambiarsi consigli e idee sul lavoro a maglia e a uncinetto, ma anche per chiacchierare e ripristinare un'antica tradizione italica: quella dei filò, o delle veglie! Voi magari non potete ricordarli, ma chiedete ai vostri nonni. Quando la maggioranza dei nostri avi viveva ancora a stretto contatto con la terra, unica fonte di sostentamento, nelle fredde e lunghe ore invernali donne e uomini, bambini e anziani, si riunivano attorno al fogol â r, oppure nelle stalle, per aggiustare gli attrezzi di lavoro, scambiarsi idee sulla semina dei mesi primaverili, raccontarsi storie e cucire, filare, sferruzzare. Insomma, una parte del nostro passato che si è spenta da decenni, ma che, in qualche m

Da Vulcano, a Tsunami, a... Bara?!

Tranquilli, non sono impazzita. Per lo meno, non ancora. Il punto è che sono talmente bombardata da stimoli, progetti e attività, lavoro, impegni e studi, che stare dietro a tutto sta diventando molto impegnativo e pesante, in termini di stanchezza psico-fisica. Per ora ci sto riuscendo, ma sembra che da Vulcano, il mio attuale soprannome, mi stia trasformando in Tsunami. Il mio dubbio è che da Tsunami finisca direttamente dentro una Bara. Che mi auto-elimini, insomma. Urge un'aggiustatina alla situazione. Magari è la volta buona che imparo davvero a meditare. Il problema è trovare il tempo per farlo.

Il Merletto come Stile di Vita

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Sono al terzo mese del primo anno di Scuola di Merletto e non faccio che stupirmi a ogni nuova lezione di quello che significa frequentare questo corso. La maggior parte delle persone associa il merletto al pizzo e quindi a qualcosa di aristocratico o snob. Oppure, quando vede le merlettaie al lavoro immagina che debbano per forza essere matte, per occuparsi di un mestiere tanto complicato, oppure molto, molto antiquate. Merletto? Sì, come Arsenico e vecchi merletti... Almeno dalle mie statistiche, questo è quanto risulta. Quando io le osservavo, invece, che fossi a Gorizia o in qualche splendido paese sloveno, non facevo altro che stupirmi di tanta manualità, della capacità per me incomprensibile e straordinaria di tenere in mano da 4, a 12, a 25 paia di fuselli e muoverli con una velocità inaudita. Mi chiedevo come riuscissero a essere tanto veloci ed esperte in un lavoro tanto complesso e perfezionista, e allo stesso tempo, il mio stupore rasentava la sindrome di Stend

Recensione: “Latte nero”, Elif Shafak, Rizzoli

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Elif Shafak è considerata, dall'autore turco Orhan Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura, la miglior scrittrice turca vivente. Quando lavoravo in libreria pensavo: "Lecchinaggio, puah!" Mi sono dovuta ricredere (e prendere da sberle da sola) dopo aver letto sia "La bastarda di Istanbul", sia (soprattutto!) "Le quaranta porte". Quest'ultimo mi ha cambiato la vita. Non è (decisamente) poco. La Shafak non è solamente una Scrittrice tecnicamente sublime. Lei ha un'Anima immensa. In lei confluiscono le insicurezze di una bambina cresciuta senza padre, con una madre indipendente, ma in un Paese estremamente legato alle antiche tradizioni e la professoressa e scrittrice pluri-premiata. Ma anche l'adolescente ribelle e l'adulta studiosa appassionata di sufismo. Paroloni. Inutili. Se prenderete questo libro in mano, vi renderete conto di quanto Elif ci somigli. La sua caleidoscopica e ricchissima personalità è bilanciata da

Recensione: “Habibi”, graphic-novel di Craig Thompson, Rizzoli Lizard

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La lettura di questo romanzo grafico mi è stata consigliata da un mio collega scrittore. Me la sarei fatta scivolare subito addosso, se non fosse stato per il titolo “Habibi” (mio amore) e per lo splendore della scrittura araba, che si trova ovunque nel testo, dalle tavole, fino alla copertina e, infine, per la storia stessa. Quando l'ho avuto tra le mani, poi, dal pesante tomo (davvero pesante) si è sprigionata una scintilla di luce pura e ho capito che dovevo proprio immergermi nella sua lettura. Quando ho iniziato, poi, non ho smesso. In effetti le ho pure sentite come un cane da mio marito "perché non si possono trascorrere due ore e mezza a divorare un mattone del genere", ma a dispetto del cenone di Capodanno, ieri ho letteralmente divorato “Habibi”. E' una storia d'Amore, in senso lato, unica. Protagonisti la giovane Dodola e l'orfano Zam. Lei viene dapprima data in sposa, ancora bambina, a uno scriba che, dopo averla fatta sua, le insegna