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Visualizzazione dei post da febbraio, 2014

Come i gatti al sole...

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...anche io sento l'insopprimibile desiderio di uscire all'aria aperta non appena l'astro splende nel cielo, senza nubi di contorno. Credo dipenda dalla mia anima campagnola, così legata alla Terra e alla sua Bellezza, che dona il massimo quando c'è bel tempo. E così oggi, tra un pacchetto di fazzoletti e l'altro, tra la tirata d'orecchie di mia madre e quella di un'amica, ho deciso che, raffreddore o meno, dovevo uscire! Io non so se capiti solo a me, in questo periodo: non ce la facevo davvero più a rimanere al chiuso. Non si può vivere sempre in quattro mura. Casa, lavoro, biblioteca, case di parenti, case di amici. E uscire solo per entrare in macchina e andare dal punto a. al punto b. e ritorno. Il mio pancione continua a crescere, la schiena a fare sempre più male, ma ogni manuale di gravidanza che si rispetti consiglia di compiere camminate quotidiane e io ho fatto esattamente questo. Sono andata in biblioteca -sì, lo so, so

Fiumi di libri

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Romanzi regalati, saggi acquistati, manuali di pediatria, maternità e infanzia comprati tanti anni fa e altri prestati dalla cugina Sara.    Ne avrò da leggere nei prossimi mesi! In realtà, bimbo o no, i libri non mancherebbero mai nella mia casa. Me ne sono innamorata a sette anni e da allora non ho mai smesso di divorarne. Ora, con la maternità, si aggiungono alla mia personale biblioteca tomi che non avrei mai pensato che esistessero. E' la scoperta di un mondo completamente nuovo e mi piace integrare le mie conoscenze con questi volumi. Certo questo non significa soffocare il proprio istinto materno, o prepararmi a future paranoie riguardo alla gestione del mio bambino. Come dice la mia amica Marta: “Io leggevo questi libri la sera, prima di addormentarmi, per rilassarmi. Avevano proprio un effetto calmante su di me”. Io li leggo perché mi piace conoscere quanto più possibile del nuovo mondo nel quale sono entrata qualche mese fa. Perché è importante

Lettera alla mamma di un maschio

Condivido con voi la profonda lettera che un'amica ha voluto che io leggessi: “Carissima mamma di un maschio (o di più maschi), in un attimo il tuo bambino sarà un uomo. E avrà dentro tutto quello che tu gli hai insegnato, l’amore che gli hai trasmesso, le parole che gli hai sussurrato. E dato che mia figlia sarà la donna che domani potrebbe incontrare tuo figlio in un bar, in un ufficio o in una discoteca, mi preme chiederti di essere brava. Sì, brava. Perché a crescere un maschio oggi bisogna essere capaci. Lascia stare, non dirmi «Sì, ma anche a crescere una femmina». Certo, è vero. Ma non facciamo paragoni, magari in un altro post parleremo anche del crescere una figlia. Oggi parliamo di te. Di te e del tuo crescere un piccolo uomo, in un momento in cui l’uomo, o meglio il concetto antico di uomo, è in grossa crisi. Insegnagli ad essere anche femmina. Anche se ti può sembrare strano, è la prima richiesta che ti faccio. Se esiste ancora il maschilismo,

Febbraio: mese di letture, knitting, merletto e... organizzazione del corredino!!!

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Questo mese è appena cominciato e già è pieno, pieno come un uovo di cose fatte e da fare, tanto che il mio cervello vulcanico rischia l'autocombustione. Cominciamo dalle classiche buone letture con una recensione di “Balkan Circus”, libro scritto da un bravissimo professore e direttore della Biblioteca Guarneriana di Udine, ovvero Angelo Floramo. Devo essere sincera: di mia iniziativa non l'avrei comprato. Sono sempre piuttosto scettica sulla letteratura di viaggio sulla terra dei miei antenati, soprattutto dal periodo post-bellico a oggi. Perché purtroppo molti scrittori ci hanno fatto i soldi sulla pelle dei miei compatrioti, sfruttando la compassione, o peggio, la pena per quanto è accaduto in Bosnia. Tuttavia non è sempre così e, infatti, dapprima questo libriccino mi è capitato tra le mani dietro suggerimento della cara professoressa Nevia e poi me lo sono trovato letteralmente davanti alla faccia mentre facevo ricerche in biblioteca. Come si dice? Un segno. Me lo so

In attesa

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E dopo aver ricevuto anche le ultime analisi, posso scrivere liberamente che sono incinta! Aspetto il mio primo bambino, e sono alla 19sima settimana. Le emozioni che sto provando in questo periodo sono intensissime, ma quella che spicca più fra tutte è la consapevolezza che questo evento abbia superato di gran lunga la gioia del mio primo romanzo editato. Molte mamme me lo avevano detto, ridevano delle mie divisioni (un conto è una gioia derivante da una passione personale, altro è quella derivante da una creatura che viene al mondo grazie all'unione di due cuori), e ora anche io mi sono dovuta ricredere. Ho superato il giro di boa e sto attenta a tutto un po', al fine di rendere il tragitto di questo nuovo spirito sulla terra confortevole e sereno. Non sempre è una strada facile da percorrere, ma adesso non ci sono se, né ma. Non sono più sola e non lo sarò per molto tempo. Quando un bambino cresce in te, il grado di responsabilità verso il prossimo si elev

Recensione: “La bambina di neve” di Eowyn Ivey

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Einaudi, 2011, 409 pp. Regalo di Natale giunto grazie... alla mia lettera a Babbo Natale! E' un romanzo-fiaba che ha superato ogni mia più rosea aspettativa. Narra la storia di una coppia di americani della Pennsylvania che, nel 1920, decidono di trasferirsi nelle Terre Selvagge, ovvero in Alaska. Pochi comprendono le loro ragioni, ma il lettore fa presto a sentirsi unito a entrambi da un moto di profonda empatia. I protagonisti, infatti, dopo aver perso un figlio alla nascita, non hanno più potuto averne e, stanchi degli sguardi di pena o di rimprovero di amici e parenti, depressi e con tanta voglia di ricominciare, decidono di prendere la via dei pionieri. L'impatto con quella Natura dura e fredda è violento. Sopravvivere davvero difficile, soprattutto per chi non è più giovane e deve imparare tutto di quel nord fatto di pianure e ghiaccio. Tuttavia la coppia ce la fa. Durante una notte solitaria, dopo una copiosa nevicata, escono in giardino per crear