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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

Return to painting

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Dopo diverse tele rotte in quattro pezzi perché non mi soddisfacevano, finalmente sono riuscita a portare a termine un quadro: "Scorci di noi 1/2" Acrilico su tela di canapa 40 x 40 E' il primo di due dipinti che ho tratto da foto che avevo nei miei album. Mi aveva particolarmente colpita la postura, il fatto di avere le mani tese davanti al viso, creando una sorta di scorcio di me stessa. Credo che ritoccherò ancora il dipinto, prima di trovargli un passepartout e una cornice adatti, ma essere riuscita a rompere nuovamente il ghiaccio con la pittura dopo qualche anno di fermo è già una grandissima soddisfazione. Per non parlare della magia, della trance, del profondo benessere che provo mentre dipingo. Ho avuto la fortuna di trascorrere un'intera domenica libera, e ho terminato questo quadro dopo sette ore di lavoro pressoché continuative. Chi ama l'arte e artigianato sa bene che, quando ci si occupa di un progetto, il tempo divent

Un mese di "passione"

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Certo non mi riferisco a quel genere di passione... ho trascorso l'ultimo mese ad arrancare tra raffreddore, tosse, insonnia, carie, gengiviti e altri dettagli portati dalla gravidanza che non sarebbe elegante citare qui! Insomma, se all'inizio della gestazione mi sono mancate nausee e altri disturbi, in queste ultime settimane ho recuperato. Però in tutto questo ho cercato di trovare il lato positivo. Il raffreddore mi ha aiutata a continuare a impegnarmi su quello che era realmente necessario, ma a imparare a rallentare sul resto. Ho visto l'insonnia come una prova generale per le poppate notturne del mio piccolino, quindi una bella preparazione a quanto mi aspetta prossimamente. E per quanto riguarda i danni ai denti, beh, evitare i miei adorati dolci diminuiva i dolori lancinanti -soprattutto notturni- perciò ho cercato di puntare soprattutto sulla frutta. Risultato: bilancia ferma sugli stessi chili da un mese. Se le mie amiche, parenti e compagne di studi mi ass

Recensione: “Tefteri – il libro dei conti in sospeso” di Vinicio Capossela

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Il Saggiatore, 2013, 154 pp. Un libro di viaggio, un tuffo nel cuore e nei pensieri più profondi del nostro cantautore e polistrumentista italiano, ma anche un affresco della crisi greca colta nel pieno del suo sviluppo (anno 2012). Tutto questo è “Tefteri”, e non solo. Io che non amo particolarmente la musica italiana, adoro Capossela. Perché quella che lui fa non è solo musica. È ricerca. Un talento, un fiuto straordinari per la caccia alle note più struggenti, più vibranti, quelle che ti prendono le viscere, ti fanno urlare a squarciagola, alzarti e cantare, ballare, oppure ti portano davanti ai dolori più sopiti del tuo subconscio e ti aiutano ad affrontarli. Fra queste pagine si parla tanto di dolore, perché Vinicio ci racconta la musica tradizionale asiatico-greca chiamata Rebetiko, quella che i greci scappati da Smirne e dintorni nel 1922 per sfuggire alle crudeltà dei turchi importarono nella terra dei loro antenati, la Grecia appunto. Una terra che però non ac

Recensione: “Il circolo delle ingrate” di Elizabeth von Arnim

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Bollati Boringhieri, 2012, 393 pp. “Qual'è il senso di scegliere delle persone infelici in là con gli anni e pensare di poterle rendere felici? Se per loro natura la felicità fosse stata un'opzione possibile, allora felici lo sarebbero già molto, anche se povere. E se avessero avuto voglia di lavorare non sarebbero mai diventate così povere o così infelici. Il lavoro è un tonico straordinario. La principessa, vostra governante, lavora, e trova la propria esistenza del tutto tollerabile. Ma con gente come Frau von Treumann e la baronessa non ce la farete mai. Perché appartengono alla categoria di persone che si lagnerebbero anche in paradiso. Potreste invece rendere ancora più felice coloro che già loro sono, perché in essi vi è la gratitudine e l'apprezzamento per la vita e le sue benedizioni; ma naturalmente non sono quelle le persone per cui volete prodigarvi”. Nelle parole di Axel von Lohm c'è l'essenza di questo romanzo estremamente coinvolgente,

Serate in famiglia

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In questi ultimi giorni trascorrere tante ore in famiglia è stato molto dolce e intenso. Forse anche perché uno dei componenti della mia tribù ha deciso di trasferirsi in Svizzera. La notizia non mi ha particolarmente colpita. La mia è una famiglia di migranti, ragione per la quale a sorprendermi è stata più che altro la sofferenza che ho visto negli occhi dei miei genitori. Loro sono stati i primi a trasferirsi per lavoro a 600 km dalla loro casa in Bosnia, in un'epoca in cui la Jugoslavia era considerata quasi un altro pianeta. Ne abbiamo parlato, ho cercato di ricordargli i momenti del distacco da casa, il fatto che anche loro abbiano lasciato i genitori, pur con la consapevolezza di tornare durante le ferie. Non li hanno abbandonati, insomma, e nemmeno il nostro parente lo farà. Ma non c'è stato verso di calmarli. Per questo presumo ci vorrà molto tempo. Io sono contenta per la scelta del nostro caro, invece. In un momento in cui l'Italia versa in condizioni econo