Recensione: “Il soffio su uno specchio, null'altro...”




Ieri sera ho terminato la lettura della raccolta di poesie di Cristiana Bergamasco.
Premettiamo che non sono una seguace di questa forma d'arte. A parte l'amore profondo che nutro per Federico Garcìa Lorca, che mi ha folgorata alle superiori, apprezzo Saffo, Kavafis, Dickinson e pochi altri artisti. Scrivendo romanzi mi è talvolta difficile comprendere alcune scelte stilistiche poetiche e tollero poco certi arzigogoli e forzature linguistiche. Ed è proprio per queste ragioni che ho apprezzato molto le poesie di Cristiana.

“Il soffio su uno specchio, null'altro...” è la sua opera prima, eppure non si trovano mai, in nessuna poesia, i difetti cui ho appena accennato e che, nel libro di esordio, sarebbe quasi ovvio riscontrare.

Le opere di Cristiana si collocano perfettamente a metà strada fra la poesia intimistica, scritta per se stessa e la sublime ricerca di un messaggio universale, luminoso, da donare a occhi e anime che lo vogliano cogliere. Lei non si ripiega sulle proprie ferite, non indugia nella sofferenza, fine a se stessa, ma ti invita a sollevare lo sguardo, guardare oltre l'orizzonte, verso il sorgere del sole. A immaginare cosa c'è, laggiù, in quel lontano luogo di possibilità, dove si può ricominciare, progettare, risorgere. E ti indugia a compiere i primi passi per raggiungere quell'oasi.

Anche perché lei ci è già arrivata. Lei ha già calpestato, a piedi nudi, quella terra promessa. Ha fatto sua l'essenza di quella serenità e anche per questo le preziose perle che ci offre acquistano un valore molto profondo. Una promessa mantenuta.

“Se solo i Creatori potessero donarci degli occhi più attenti
forse riusciremmo a vedere e comprendere
lo Splendore che si annida in ogni piega,
in ogni angolo,
in ogni anfratto di questo piccolo Mondo che ci ruota accanto
perché anche dalla più profonda delle Sofferenze
le parole di un Poeta possono far nascere una nuova Alba,
la tela di un Pittore dipingere un fragile accenno alla Vita,
leggero come una moneta che cade in un pozzo dei desideri,
e se solo i Creatori ci donassero un udito più fine,
si percepirebbe la Musica dell'universo risuonare nelle strade,
pulsare nei cuori,
e potremmo, davvero, capire
che stiamo camminando su un tappeto di Luce,
ogni singolo Giorno”.


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Commenti

  1. Non conosco questa poetessa, nonostante mi sembri interessante, ma gli altri poeti, quelli che hai citato, invece.... sono sublimi!

    *

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  2. Ciao Any!
    Ti consiglio Bergamasco. E' davvero brava. Un'opera prima che ti rimane nell'anima e rileggi volentieri. Magari in varie fasi della vita.
    Lei è pari ai poeti sublimi da noi amati. Il suo spirito li conosce davvero bene.

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