Compriamola noi!

La settimana scorsa ho guardato “Servizio pubblico”, la trasmissione di Santoro e sono stata grata all'iniziativa del giornalista Sandro Ruotolo. Si è dedicato anima e corpo alla tragedia di Giovanni Guarascio, il muratore che settimane fa si è dato fuoco in seguito all'asta per debito della sua casa. Quella che aveva costruito in una vita, coi suoi sforzi, su tre piani, uno per ognuno dei suoi figli. La banca non gli aveva accettato i 25000 euro che era riuscito disperatamente a raccogliere per l'asta. Perché il prezzo era di 26300 euro circa. Un uomo si fa bruciare vivo perché una banca non considera un'offerta con una differenza minima. Meno di 2000 euro sono più importanti della vita di un uomo, della sua famiglia, della loro dignità.
Questo evento mi ha sconvolta. Dice tutto dell'importanza del Dio Denaro in questa società. Di quello che le banche e le aste significhino nella vita di ognuno di noi.
Giovanni Guarascio è morto a seguito di gravissime ustioni. Sua moglie e il carabiniere che hanno cercato di salvarlo sono ancora ricoverato al centro grandi ustionati dove lui è perito. La moglie non sa ancora nulla della fine del marito e i tre figli si sono caricati sulle spalle questo peso la cui natura nessuno di noi può dire di comprendere a pieno. Perché è troppo. 
Troppo.
Ora, Ruotolo sa bene, come ognuno di noi, che non si possono sempre aiutare individualmente le persone, perché i danni sociali vanno evitati e combattuti A MONTE. Servono delle leggi che tutelino i cittadini da queste disgrazie. Professionisti che monitorino banche e aste.
Ma il caso in questione ha scosso le coscienze di tutti, perciò io accolgo a braccia aperte l'iniziativa “Compriamola noi!” ovvero la raccolta di soldi per ricompare la casa di Guarascio e darla ai suoi figli, così come lui ha sognato per tutta la vita.

La donazione è sicura, non ci sono sciacalli dietro a tutto questo, Sandro Ruotolo fa da garante morale a tutta la questione, anche perché lui è in diretto contatto con la famiglia Guarascio.

Vi prego pertanto di donare quello che potete. Anche 5 euro fanno la differenza quando siamo in tanti!

Questi sono i dati per il versamento (confermati anche dal sito di Santoro: http://www.serviziopubblico.it/2013/05/30/news/compriamola_noi.html):

Conto corrente postale n. 001012869267

IBAN: IT58L0760117000001012869267 intestati a Maria Guarascio e Maria Famà


Vi ringrazio di cuore!

Commenti

  1. Possiamo "accontentarci", ma quando si hanno debiti, poi è difficile dire che il danaro non sia importante. I soldi non fanno la felicità, figurati non averli! La nostra società si basa sui compromessi. Un tempo ti costruivi una baracca e andavi avanti, oggi paghi affitto/mutuo, bollette, spese condominiali e chi ne ha più ne metta. Alcuni, i più fortunati, non hanno di questi problemi, c'è qualcun altro che bada a loro o semplicemente ne hanno, ed è questa indifferenza che crea "disagi". Il disagio sociale nasce dalle differenze. Ci sono persone che pagano e non gli pesa, altre che a fatica vanno avanti, e altre ancora che "fanno la spesa" dentro ai cassonetti dell'immondizia. Il problema è che ci sono persone convinte che i soldi non siano importanti, quando senza, ed è questa la verità, non mangeresti, non dormiresti in un letto caldo, non ti cureresti nel caso ci fosse bisogno. Senza smetteresti di essere una persona. Il danaro non è la rappresentazione di un vestito nuovo, non è la macchina accessoriata, non è l'oggetto tra gli oggetti. Quindi tirando le somme conosco persone che dicono di non pensarci, in quanto il danaro è un tema "materialista", un argomento volgare, ma se ti si rompe un tubo in casa e non hai settemila euro per rifarti il bagno, e la banca non è disposta a darteli... che fai? Esistono persone che spendono senza pensarci, altre che sono convinte che un cuore e una capanna basti, e altre che si suicidano. Ed è il modo in cui si affronta questo tema che crea le discriminanti. I soldi sono importanti, e non per acquistare una macchina fotografica o realizzare un progetto. I soldi servono alle persone come me per pagare un mutuo, un finanziamento per un bagno rifatto, i denti dolenti, una visita medica, le varie rotture del caso che fatalità arrivano tutte assieme. Questa è la pura verità, non esiste il dio danaro, ci sono persone che fanno sacrifici da anni, con o senza crisi... e se si comprendesse questa sottile differenza, la società sarebbe migliore.
    E guarda basta poco per ritenersi fortunati. Quando non si hanno grossi debiti (non tutti fanno debiti a caso), si ha una casa solida o non si hanno spese extra... non è il caso di lamentarsi.

    Prenderò in considerazione la donazione.

    Grazie a te!

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  2. Comprendo il tuo punto di vista, ma io, come in ogni altra situazione ricerco (e talvolta a fatica, lo ammetto) la via di mezzo. Perciò quando parlo del dio denaro mi riferisco a quelle persone che materialiste lo sono davvero. Che sostituiscono tutto (sogni, amore, progetti creativi, famiglia) per il denaro. Che spendono senza pensare. Che vogliono solo ed esclusivamente apparire. Quelle per cui l'erba del vicino è più verde e che se non hanno l'ultimo modello di cellulare o le scarpe Jimmy Choo come Carey danno di matto.
    Da anni sto operando per una piccola grande rivoluzione personale, che in questi anni definiscono "decrescita". Produrre cioè quante più cose possibili in casa, dal cibo ai vestiti e credimi, non soltanto è un risparmio non indifferente, ma provoca soddisfazioni profonde.
    Infine, io ritengo che se dall'alto (politica) si adoperassero a litigare di meno in parlamento, nei partiti e aprissero gli occhi sui reali problemi della gente, donassero in comodato d'uso terre per la coltivazione (piccoli fazzoletti di terra anche e soprattutto per coloro che abitano in città), sensibilizzassero l'importanza di una vita più sana, dall'alimentazione fino a una diminuzione del consumismo deleterio, e tutelassero davvero le persone dai guai degli interessi bancari e assicurativi (talvolta autentiche truffe, e le Iene ultimamente ne hanno parlato abbondantemente) ci sarebbero in giro più persone felici e meno disgrazie come questa.

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