Recensione: “Andromeda Heights. Il Regno I” di Yoshimoto Banana


Feltrinelli, 2014, 100 pp.

Confesso di non aver mai letto nulla della nota autrice giapponese prima di ora. Forse perché se ne parlava troppo, e quando c'è un “caso letterario” io aspetto che passino mesi, addirittura anni, prima di accostarmici. Ho snobbato quindi “Kitchen”, “Moshi moshi”, “Tsugumi” e tutti gli altri successi di Yoshimoto. Sono fatta così!

Ma ecco che mi imbatto in questo libro, che narra le vicende di una giovane giapponese che porta il nome di un tipo di cactus, Shizukuishi, cresciuta su una montagna assieme a una nonna guaritrice e molto particolare. La signora infatti ha avuto diversi mariti, è dotata di una forza di volontà e di una vitalità inestinguibili e non ha timore di rivoluzionare la sua vita da un momento all'altro.
Difatti, quando decide che la montagna e la sua vegetazione sono state irrimediabilmente corrotte da una società industriale che ha iniziato a deforestare e distruggere, riferisce alla nipote che partirà per Malta per andare a convivere con un signore giapponese che ha conosciuto via internet.
E così Shizukuishi, che era già pronta per avventurarsi nel mondo "reale" per fare nuove esperienze e conoscere la società, va ad abitare in città. Non è un distacco facile: lei vive per la natura, per la conoscenza delle proprietà delle erbe e dei cactus, suoi amatissimi amici, di cui sente anche la voce (!), tuttavia certi incontri le faranno un gran bene, soprattutto quello con Kaede, veggente quasi non vedente che la prende come sua assistente.

Questo romanzo è l'inizio di una trilogia che ha come protagonista la natura, in verità, il suo grande ascendente su tutti noi, e richiama alla necessità di proteggerla, di prendercene cura e di ascoltarla, sia perché ci fa del bene, sia perché senza di essa moriremmo.

Non vedo l'ora escano i due seguiti. Decisamente!

Commenti

  1. Io adoro la Yoshimoto....davvero....ma questo libro per me non ha la struggente profondità degli altri....é quello che mi é piaciuto di meno! Quando ne avrai voglia prova L'abito di piume e Presagio triste...sono tra i miei preferiti! ;) bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ce li ho entrambi nel mio Kobo, attualmente. Grazie per la dritta però!!! Gli darò la priorità.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Recensione: “Sangue impuro” di Borislav Stankovic'

Recensione: “Scandalose” di Cristina de Stefano