Evento: “Le donne raccontano e si raccontano”
Due giorni fa ho
partecipato all'evento realizzato dall'Associazione Narrativa
Ir-Reale Km0 di cui faccio parte e che includeva, insieme a me, le
scrittrici e poetesse Angela Siciliano, Susanna Rigutti, Fabia
Trotta, Sabrina Gregori, Barbara Pascoli e Giovanna Simonetti.
Della presentazione si
sono occupati la direttrice Maria Irene Cimmino e il nostro collega
Roberto Hechich. A ospitarci il Comune di Capriva, presso la sua Sala
Civica.
E' stato il primo
talk-show letterario cui ho partecipato e, ciò nonostante, mi sono
sentita subito a mio agio. Le mie colleghe si sono rivelate delle
donne estremamente interessanti, oltre che ricche di storie da
narrare.
Mi hanno colpita in
particolare la poetessa e scrittrice Angela Siciliano, il cui blog
http://letture-e-riletture.blogspot.it/ sto cominciando a conoscere.
Chi mi conosce sa che non ho molto feeling con la poesia, Saffo e
Federico Garcìa Lorca a parte. Eppure Angela ha letto due sue opere
così semplici e allo stesso tempo dense di emozioni e sensazioni,
che mi hanno rapita. Inoltre è sicura del fatto che “in ciascuno
di noi c'è un poeta”.
Susanna Rigutti è invece
una scrittrice di racconti delicati e naturistici, impregnati della
realtà in cui vive, dal momento che da qualche anno abita in una
casetta dentro a un bosco assieme a un nugolo di animali “da
forno”, come lei li definisce. Susanna salva queste creature da
morte certa, oppure le accoglie dopo che le famiglie di origine non
possono più occuparsene. Il risultato è la fondazione di
un'Associazione no profit e di una nuova vita, che io definirei la
Vera vita, ovvero a stretto contatto con flora e fauna. La sua
capacità di apprezzarne ogni dettaglio è confluita nella scrittura
di racconti che mi hanno fatto tornare ai primi 25 anni della mia
vita, quando vivevo a Terzo di Aquileia, in aperta campagna e avevo
la sua stessa fortuna.
Durante l'incontro ogni
autrice ha parlato di sé, rispondendo alle domande di Maria Irene
Cimmino e Roberto Hechich.
E abbiamo letto una
citazione dei nostri libri, un racconto, o una poesia. L'incontro è
stato così coinvolgente che a un certo punto, mentre parlava la
professoressa, psichiatra e scrittrice Giovanna Simonetti, non ho
potuto fare a meno di intervenire. Giovanna stava raccontando le
donne di cui ha raccolto la testimonianza in questi anni, donne
vissute nel boom economico italiano, ma anche prima, durante il
secondo conflitto mondiale, donne che sono state capaci di
risollevare le sorti del Belpaese grazie alla loro forza di volontà,
l'ingegno e il sacrificio. Per lei è fondamentale ricordare, perché
non tutto quello che abbiamo oggi ci stato regalato, anzi, si può
dire che tutto è stato sudato e non è certo che rimanga così
com'è. Ecco, a quel punto le ho chiesto:
“Cosa fare con la
'dimenticanza'. Voglio dire, il mondo nel quale viviamo ora corre a
una velocità mai vista prima. I bambini e i ragazzi sono incapaci di
mantenere una concentrazione prolungata. Certe professoresse mi hanno
raccontato che dieci minuti di ascolto filato da parte dei loro
alunni decretano già un grandissimo successo. Ecco, in un mondo dove
tutto viene consumato all'istante, come si fa a ricordare? Perché è
fondamentale. Perché se non si ricorda il passato si rischia di
commettere gli stessi errori”.
A quel punto hanno
risposto sia lei che la professoressa Fabia Trotta la quale, oltre a
essere una scrittrice, insegna tedesco alle superiori. Mi hanno
confermato il loro pessimismo riguardo all'argomento: la gioventù di
oggi vive lo “spot”. Tutto è veloce, le informazioni, le parole,
anzi i messaggi. Di conseguenza sarà difficile riuscire a creare un
ponte tra passato, presente e futuro. Forse impossibile. Ma alla
fine, se ci siamo riunite domenica e se continuiamo a scrivere, è
anche perché cerchiamo disperatamente di raggiungere questo scopo!
L'incontro è stato molto
stimolante e mi ha anche regalato una nuova consapevolezza. Devo
trovare una forma, uno stile nuovi per i miei scritti. Se è vero che
scrivo anche per le nuove generazioni, per trasmettere loro le
tradizioni e i costumi del passato, oltre che una consapevolezza che
non ha età, devo carpire il modo per entrare in contatto con loro.
Non è semplice, ma io rimango ottimista.
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