Recensione: “Per una mente libera – Lezioni di un maestro giapponese per un pensiero limpido e potente” di Haruhiko Shiratori
Vallardi, 2015, 126 pp.
Sotto Natale ho fatto un
sacco di regali librari, eppure alcuni sono arrivati in ritardo... di
solito non mi abbatto per questi motivi: c'è sempre l'occasione del
compleanno per lo stesso destinatario, per esempio, oppure posso
attendere un'altra festività per omaggiare l'amica in questione con
il libro “pigro”, ma stavolta è successo uno di quegli eventi
straordinari che ti fanno capire quanta fiducia bisogna avere
nell'”universo”.
Questo saggio filosofico,
infatti, era destinato a una mia amica che ha decisamente bisogno di
imparare a gestire i pensieri, perché la sovrastano, è incapace di
staccarsene, sono loro ad avere il dominio, non lei. Cosa gravissima.
Ma quando ho iniziato a sfogliare le pagine di “Per una mente
libera” ho capito che la mia amica non lo avrebbe letto. Lei
gradisce un altro stile, un altro approccio. Questo, così filosofico
e ricercato, sarebbe stato eccessivo per i suoi gusti. Insomma, mi
avrebbe anche ringraziata per cortesia, ma non sarebbe stato un dono
proprio gradito.
E cosa si fa in questi
casi? Quando ti ritrovi con un libro orfano? E' chiaro: lo leggi tu.
Mica lo puoi lasciare lì, tutto solo e abbandonato!
Ebbene, prontamente l'ho
preso in mano e, quando ho proseguito la lettura delle prime pagine,
mi sono emozionata. Non soltanto è scritto benissimo (i giapponesi
hanno uno stile raffinato che amo profondamente), ma è una fucina di
consigli preziosissimi per chi segue un percorso di crescita
interiore che “sai quando è iniziato, ma non quando terminerà”.
Bene, io sono una di queste persone. Non sono perfetta, anzi, ho
tanto da imparare da questa vita, eppure qui dentro mi sembra di aver
scoperto un nuovo tesoro.
Il Sig. Harukiro ha
studiato filosofia, teologia e letteratura a Berlino, pertanto ci
offre una visione sublime della mente umana, in quanto si pone
esattamente a metà tra il pensiero occidentale e quello orientale.
Avendo lui una visione panoramica di entrambi, il suo punto di vista
è, a mio avviso, preziosissimo.
I capitoli di questo
libro sono suddivisi in grandi scaglioni:
- Una mente in grado di offrire risposte;
- Una mente che non esita;
- Una mente che apprezza la vita;
- Una mente libera;
- Una mente costruttiva.
Dunque ce n'è per tutti.
Ognuno di noi può trarre giovamento da questa lettura, a meno che
non si fissi con certi limiti personali, si intende.
Personalmente, erano anni
che mi ponevo una semplicissima domanda: se le filosofie e teologie
mondiali hanno prodotto lo stesso pensiero, ovvero che la via di
mezzo è il sentiero migliore per vivere bene, allora perché tutti
sono alla ricerca della felicità? La felicità, esattamente come il
dolore, non sono due estremi? Dunque la felicità non può essere la
soluzione a una vita ideale.
Bene, tra queste pagine
c'è una risposta che mi soddisfa. Certo al momento. Ritengo che la
verità sia liquida, che cambi a seconda di diverse variabili, prima
tra tutte i periodi della vita di una persona. Tuttavia, per ora mi
trovo in perfetto accordo con la visione dell'autore:
“Solo se ci impegniamo
in ogni nostra azione, saremo sicuri di ottenere risultati
soddisfacenti nel lavoro e nella nostra vita quotidiana. E,
inevitabilmente, i risultati soddisfacenti arriveranno come
conseguenza delle nostre azioni.
La felicità si ottiene
solo per caso e non si sa quando arriverà, ma la soddisfazione,
invece, si ottiene come diretta conseguenza delle nostre azioni.
Vivere, un giorno dopo l'altro, una vita ricca di soddisfazioni e
priva di malcontento. Non potremmo definire forse questa, una
felicità certa?”
Io ritengo di sì. Voi?
Buon anno!
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