La porta

Sono giorni che mi riprometto di scrivere un post nel blog, ma sono stata rapita... dalla mia nuova vita.
Ora che ho ripreso in mano le sue redini e la dirigo laddove voglio io, mi rendo conto che scrivere blog, diari e anche lettere è più facile e scorrevole quando si sta male, oppure c'è semplicemente qualcosa che non va. Forse perché mettendo per iscritto il dolore o il disagio è più semplice analizzarlo. Oppure, esorcizzarlo, anche se per qualche minuto, o ora.
Ma quando torni alla libertà, tutto quello che ti serve è attorno a te.
Che valore ha, quindi, continuare a scrivere?
Il romanzo nuovo, ora come ora, va avanti per conto suo. I personaggi che ho creato (ma li ho davvero creati io?) agiscono indipendentemente dalla mia volontà. Si servono di me, della mia mano, di Polimnia (ebbene sì, personalizzo tutto, e questo è il nome del mio portatile) per venire fuori, affinché io possa mettere per iscritto le loro gesta, i loro pensieri.
Ma quando si tratta di scrivere di me, tutto cambia.
Cosa posso aggiungere a questo stato di grazia?
Cosa mi serve, ora?
Niente.
Sto bene.
Forse, quello che mi spinge a continuare a tenere diari, blog, e a proseguire la corrispondenza con le mie amate amiche e sorelle è il piacere di condividere. So che io non ho alcun diritto di entrare nella testa del mio prossimo e scombinarla. Suggerirgli cosa fare per essere felice. Non è mio compito. Non è una mia responsabilità.
Ma chissà, forse semplicemente per osmosi, o per simpatia/empatia, chi mi legge e mi ascolta sente destare dentro di sé una scintilla. Dalle braci pressoché spente della propria anima, qualcosa comincia a muoversi. Io so che quei timidi bagliori possono tornare a essere un fuoco enorme e divampante, una risorsa di energia inesauribile. Ma non sarò io a gettare legna secca su quelle braci.
Ognuno di noi possiede le chiavi per costruire la propria vita.
Basta trovare porta giusta.

Commenti

  1. Ma lo sai che è vero? Si scrive di più nei momenti in cui non si è in pace con se stessi.
    Ho letto che hai lasciato il lavoro. Spero che vivere di arte ti basti (intendo economicamente), ma è sicuramente molto più soddisfacente potersi dedicare ad attività creative a verso le quali ci si sente ispirati e che si fanno con dedizione. E almeno un annetto sabbatico in cui decidere come dirigere la propria vita di certo, dopo anni di duro lavoro dipendente (che già, solo per il fatto di essere dipendente, è duro di per se) te lo sei guadagnato. Leggevo il tuo commento su Monti. Fa il gioco del capitalismo, lo abbiamo capito, ed è evidente che degli italiani gli importa ben poco. Il suo commento sul lavoro "noioso" se lo poteva certo risparmiare, il lavoro fisso che ti da stabilità e la certezza di una entrata economica è noioso per chi non ce l'ha e deve elemosinare qualche straccio di lavoro precario di continuo. Non è noioso sapere di poter realizzare il proprio futuro, farsi una famiglia, una casa, è molto più noioso non avere prospettive e dover mettere ogni sogno nel cassetto adattandosi a ciò che capita. E poi voglio vedere quanto sono e saranno precari i figli del Sig. Monti. Hai notato che nella sua politica non c'è niente per l'ecologia, leggi nazionali innovative per la produzione e poi lo smaltimento delle cose che consumiamo? Il lavoro può essere creato in mille modi, non necessariamente distruttivi. Conta solo l'industria, il cemento, le banche, il consumo, e la possibilità di sfruttare il dipendente per diventare appetibili alle aziende nazionali ed estere, oltre che tagliare tutto e non spendere più un euro statale, dalle pensioni in poi. Per una politica così non ci voleva un genio.

    Un grande abbraccio (so che avete una bora terribile!!!) e sono contenta che stai trovando la tua dimensione.
    :-***

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  2. Mia cara Niv, posso permettermi almeno un anno sabbatico, e pertanto lo voglio vivere totalmente, crogiolandomi e godendo di questo mio nuovo eterno presente. Quindi, su questo piano, non ti preoccupare :-) Se poi anche le mie opere artistiche avranno un seguito, come sto pianificando, tanto meglio.
    Purtroppo ho notato le falle nel programma di Monti ed effettivamente, quelle che maggiormente mi addolorano, sono l'assenza di progetti ecologici e il modo in cui tratta il mondo del lavoro.
    Però... però in questi giorni, meditandoci sopra, mi è sorto un sospetto: il suo potrebbe essere anche un modo, sottile, per spronare i giovani alla flessibilità. Fisica e mentale. A non incaponirsi nella ricerca di un lavoro 'pertinente con il proprio titolo di studio'. Conoscerai anche tu molti universitari che, pur di non mettersi a cercare un lavoro, perché sono pressoché certi di non trovarlo, continuano a studiare anche un decennio o a collezionare lauree.
    In questo senso bisognerebbe imparare a rimboccarsi le maniche. Iniziare a cercare 'un lavoro'. Non importa quale. Farsi il mazzo, insomma, e nel frattempo continuare a tenersi aggiornati riguardo al 'proprio mestiere' e non desistere nella ricerca di offerte di lavoro pertinenti. Ma lavorare, prima di tutto.
    Invece, la maggioranza delle giovani generazioni, non si smuovono. E' più facile scendere in piazza che andare in fabbrica. E te lo dice una che ha lavorato anche in fabbrica. Una che ha SEMPRE lavorato, dai 18 anni in poi.
    Vista in questa ottica, la comunicazione di Monti è diversa.
    Mi auguro che fosse questo quello che realmente voleva trasmettere.
    Ma rimane il grosso problema del rispetto e della cura della Terra...

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  3. Sono sempre il contrario degli altri, o quasi. Scrivo di più quando sono nella fase "cambiamento", che poi non arrivi questo è un altro paio di maniche. Quando sono giù o presa dalle mie cose, come in questo periodo, sparisco. Perchè scrivere, mi dico, se le parole che lancio non piacciono nemmeno a me? Quando faccio un post, anche il più sciocco, deve innanzi tutto piacere alla sottoscritta... ragion per cui, se intravedo vittimismo o punti deboli, lascio perdere o mi censuro. In ogni caso, il blog, nel bene o nel male, è sempre una buona valvola di sfogo.
    Riguardo il resto, te l'ho già detto, fai benissimo. ;)

    Buona vita :*

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  4. Che tu sia 'diversa dagli altri, o quasi' non importa. Ognuno di noi ha il suo percorso, il suo personale modus operandi in questa vita. Ciò che importa è evolvere e io sono certa che tu lo faccia ogni singolo giorno.
    Buona vita anche a te, mia cara!

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  5. Anche io ultimamente riesco ad essere più prolifica quando sto bene, mentre un tempo succedeva esattamente il contrario!!!

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  6. Proprio così, da quando la mia vita ha iniziato ad andar benone, io non sono più in grado di parlarne...se non in maniera esageratamente leggera e banale, e non mi piace granchè...così mi ritrovo a scrivere pochissimo! Almeno però a te riesce scriver d'altro....ed è già tantissimo! :-)
    Un abbraccio cara!

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  7. forse perchè quando le cose vanno bene abbiamo paura che scrivendone possa cambiare, comse se ci portassimo sfiga. E Poi si sa che quando i sta male si attinge a una parte della nostra anima molto ma molto più profonda...

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  8. @JamesDouglasMorrison: io non credo. Quando sto bene non ho più bisogno di nulla. Potrei addirittura smettere di scrivere romanzi... Tuttavia non vivo sola, in un eremo, su qualche montagna. Vivo in mezzo alla società e trovo giusto condividere e anche lottare con e per il mio prossimo.

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