Recensione: “Inanna, Signora dal Cuore Immenso”, Betty De Shong Meador, Venexia




Ho terminato la lettura di questo saggio storico, religioso e letterario con somma gioia e per una lunga serie di ragioni. Tuttavia, dal momento che 'la carne sul fuoco' è tanta e non voglio annoiare o rischiare di allontanare le persone dalla lettura di questo libro davvero meritevole, con commenti prolissi ed eccessivamente personali, cercherò di essere breve.

Affacciarsi a questo testo, può inizialmente sembrare sconcertante. Anzitutto perché scopriamo che i primi testi di letteratura furono scritti da una donna -non da un uomo- e che donna: la sacerdotessa sumera, Enheduanna, vissuta in Mesopotamia intorno al 2300 a.C..
Questo significa che Enheduanna scrisse:
  • 17 secoli prima della poetessa Saffo;
  • 11 secoli prima del letterato Omero;
  • 5 secoli prima del patriarca Abramo.
Sembra quasi incredibile. Io non sono una femminista vecchia scuola. Tuttavia mi ritrovo quotidianamente ad avere a che fare con uomini che lottano per conservare il primato del loro genere in ogni campo. E recentemente la televisione commerciale italiana ci ha fatto il 'dono' di svariati politici italiani che ritengono che “il ruolo della donna è quello di accudire i figli e occuparsi della casa in esclusiva, perché il lavoro e lo studio sono cose da uomini”.
Bene, a tutti questi signori piuttosto superficiali, la lettura di questo saggio illuminerebbe la materia grigia.

Comunque, passato il primo momento di 'shock' per questa scoperta, entriamo i contatto con una sacerdotessa e scrittrice che dedicò una serie di inni alla dea Inanna, la cui bellezza e saggezza riescono a entrare in noi, nonostante la colossale distanza spazio-temporale, sociale e culturale. Sono inni di superba ricchezza e gettano la luce sulla figura di una Dea, Inanna, dalla potenza assoluta.

La Dea Inanna è la Dea dell'ordine naturale del cambiamento. Riassume il concetto del flusso e del riflusso di ogni cosa.
E' la Dea suprema in cielo e in terra, in quanto istigatrice e forza vitale che guida le energie libere della tempesta, del vento, delle inondazioni, del fuoco e della battaglia.
Inanna è più grande della volontà umana, ed è persino il terrore degli dèi.
Con le sue braccia regge tutti gli opposti del ciclo naturale del mondo: scarsità e abbondanza, oscurità e luce, morte e vita.
La discendente diretta della Grande Madre. Una Dea talmente immensa da raccogliere tutto in sé. Universo, elementi, opposti.

E questo ci riporta a un archetipo femminile (e non soltanto) preziosissimo: noi siamo il microcosmo insito nel macrocosmo del mondo e dell'universo. Noi siamo specchi del mondo circostante.

Noi siamo il polo positivo e quello negativo di ogni cosa.

Quante volte ci sentiamo frammentati? Quante volte ci sembra di sentire voci discordanti dentro di noi, tanti piccoli 'io', ognuno con la sua volontà, la sua opinione, le sue pressioni? Inanna ci pacifica con tutto questo. Questa Dea ci insegna che non è follia sentirsi così, sospesi per aria o schiacciati per terra, sopra una perpetua montagna russa piena di alti e bassi che si susseguono ininterrottamente.
Questa Dea ci trasmette pace. Quasi ci prende per mano e ci dice: “Sei tutto questo e anche di più, ma calmati, respira. Non c'è niente da temere. Sei un essere umano, è naturale che tu sia lo specchio del caos e della quiete che regnano intorno a te. Devi solo imparare ad accettarli e organizzarti per vivere in mezzo a questo mondo”.

Personalmente è una Dea che, a prescindere dalle qualità storiche e religiose di guerriera e aguzzina, a me mette addosso una pace straordinaria. Proprio perché ci invita ad accettarci. A rasserenarci. Ad accogliere ciò che siamo non per gettare la spugna o chiudere gli occhi dinanzi ai tormenti che possiamo portare dentro di noi, ma perché l'uomo è fatto così. E' imperfetto. Deve prendere coscienza di questo, per partire da una base stabile e poter costruire su di essa la propria vita.
Non è una pacificazione passiva quella che ci illustra Inanna. Ma un solido fondamento sul quale costruire l'architettura delle nostre esistenze.

“Lei è Inanna
Portatrice di Felicità
il cui potente comando
spada in mano
diffonde splendore su tutta la terra”.
Sacerdotessa Enheduanna, 2300 a.C.

Commenti

  1. Guarda, la quantità di spunti che dai ogni volta è straordinaria. Ho appena ordinato il libro su Ipazia e ora te ne vieni fuori anche con questo? ;) Poi, ti devo fare un complimento, a dispetto di molte persone che leggo in rete, tu hai una peculiarità: la chiarezza. Non sei "prolissa", passami il termine. Un'altra mi avrebbe annoiata con la solita storia degli archetipi femminili (passami pure questa espressione), tanto di moda e tanto chiacchierata. Sto leggendo il libro "Medichesse", che nonostante non dica molto di più di quello che sappiamo te ed io (immagino pure per te), mi ha fatto aprire gli occhi su un mondo femminile spesso bistrattato dagli uomini, e al contempo su certe donne del passato. Come te la scrittrice, Erika Maderna riesce a catturare... insomma è un testo che si mangia in un solo boccone!
    In ogni caso, qualcosuccia sapevo su Enheduanna, ma a grandi linee. Grazie ancora una volta.

    E ancora buona primavera... qui, nel Veneto, sembra autunno! PIOVE!

    :*

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  2. Grazie Any. E parlando di spunti, dal momento che ti stai approcciando a "Ipazia", ti suggerisco di guardarti, in un momento tranquillo, così da potertelo gustare al meglio, questo episodio di "Le storie" di Corrado Augias, che intervista proprio Silvia Ronchey , alla presentazione di un nuovo saggio da lei curato. Non merita. Di più: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3c338726-e58d-4813-9ab1-f365ed337383.html
    "Medichesse" è nel mio 'cassetto dei regali', in attesa della donazione a una mia grande amica... ma vorrei prenderlo anche io! Se poi vorrai approfondire di più l'argomento 'storia delle donne', non puoi perderti "Chi ha cucinato l'ultima cena" della Elliot editore. Poi mi saprai dire :-*

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  3. Grazie per tutti questi consigli!;)

    :*

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