La Cultura ai tempi delle elezioni
Giorni fa mi lamentavo su
Facebook:
“Io non so se sono più
indignata a girare per l'Italia e vedere mostre senza fondi, musei
mezzi chiusi (o totalmente e senza indicazioni sulle ragioni di tali
disservizi), siti archeologici che crollano, il Colosseo che si
sbriciola, ecc ecc, oppure a leggere gli articoli del giornalista
Stella, come quello di oggi su il Corriere della Sera, dove
giustamente asserisce che tutti i politici del momento, che lottano
per il loro posto al sole, parlano di migliaia di argomenti diversi,
ma dedicano il 0,5% del loro tempo all'argomento Cultura (che, come
sappiamo, include l'Arte, l'Artigianato, l'Archeologia, la Storia, la
Letteratura, e così via). A parte il fatto, cara la mia "Stella",
che questo totale disinteresse da parte dei politici lo conosciamo,
ma invece di darci questo genere di informazioni già note, perché i
giornalisti non conducono le indagini sulle ragioni più profonde di
tali mancanze, in politica? Voglio dire, ci saranno dei motivi (oltre
alla mostruosa superficialità dei politici) concreti e gravi a causa
dei quali chi di dovere non punta a sviluppare la Cultura, dal
momento che, conoscendo tutti il potenziale del nostro Paese,
potremmo comodamente vivere di rendita, grazie a tutto ciò che
possediamo? A meno che non ci siano altre problematiche, appunto. Ma
quali sono? Esistono davvero? Ecco, se i giornalisti, invece di fare
copia-incolla di notizie, indagassero davvero, forse forse qualcosa
potrebbe anche muoversi. Ma chissà, può darsi che nemmeno loro
abbiano i fondi per indagare........!”
Domenica, però, il
Domenicale de Il Sole 24 Ore mi ha fornito risposte interessanti.
Infatti il noto inserto
culturale ha esposto ai candidati premier più “importanti”
cinque domande chiave per uno degli argomenti che più mi
interessano.
“Se verrà eletto
lei...”:
1. Ha intenzione di
aumentare le quote del Pil destinate a cultura, ricerca, istruzione e
valorizzazione del patrimonio storico-culturale in modo da portarle
al livello dei Paesi europei più virtuosi?
2. In caso affermativo,
in che modo spenderebbe quei fondi? E quale altra strategia attuerà
per trovare denaro per sviluppare e promuovere i tesori del nostro
Paese, capace di aumentare le entrate economiche?
3. Il livello di
istruzione artistica e musicale nelle scuole italiane è ai minimi
storici. Farebbe qualcosa per migliorare questa situazione?
4. Nel momento in cui
arriveranno dei fondi europei, in che modo deciderà di investirli
per sviluppare l'impresa creativa italiana ed esportare la conoscenza
dell'immenso patrimonio culturale, artistico, archeologico,
scientifico e paesaggistico nel mondo?
5. Ha intenzione di fare
qualcosa per l'uscita dei “cervelli” dall'Italia, ovvero i
ricercatori che escono dalle università del nostro Paese?
Dalle risposte fornite da
Mario Monti, Antonio Ingroia, Pierluigi Bersani, Silvio Berlusconi e
Oscar Giannino, francamente non ho tratto alcuna sicurezza. Parlano
politichese, e fin qui non c'è da stupirsi, dal momento che è il
loro ruolo. Ma la cosa preoccupante è che sembra realmente
pourparler.
Monti continua a essere
cauto su tutto, a presentare la lista dei problemi e degli ostacoli
presenti. Risposte concrete e pratiche? Zero. Sicuramente se
l'argomento delle domande fosse riguardato le banche, non sarebbe
stato altrettanto etereo...
Ingroia, al contrario, è
pieno di entusiasmo e certezze sulle possibilità di investire sulla
cultura. Punto.
Bersani mi fa ridere,
letteralmente, perché anche in questa occasione pensa prima ad
attaccare gli errori del Pdl, anziché fornire risposte costruttive.
Berlusconi promuove
l'imprenditoria, anche in campo artistico e culturale ed è
assolutamente favorevole a sviluppare le “potenze” italiane, ma
fino a qui la (sua) storia ci dimostra un atteggiamento estremamente
impermeabile a questi argomenti.
Giannino, infine, parla
di meritocrazia in modo più concreto, offrendo esempi che mi
sembrano interessanti.
E' l'unico a convincermi.
Decidere il Premier per
questo Paese è davvero complicato, ma non mi farò condizionare dai
numeri/sondaggi che girano -inutile votare un pesce piccolo, perché
è un voto perso- e non farò, come tanti, scegliendo il 'male
minore'.
Continuo a essere
ostinatamente ottimista e voglio credere (e fare anche del mio) per
aumentare le opportunità degli artisti, degli artigiani e dei
creativi, perché potremmo davvero mangiare tutti e vivere da Pascià
se solo valorizzassimo Tutto il Bene artistico, culturale e
paesaggistico che possediamo e lasciassimo ai giovani talenti
sviluppare le loro capacità.
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