Rabbia

Soltanto due giorni fa postavo su Facebook questa canzone bellissima e molto indicativa:


ed ecco che la ragione si è resa evidente appena il giorno seguente. Chi dice che le premonizioni siano sempre positive, perché ti aiutano a reggere l'impatto degli shock e dei problemi, forse ha avuto sempre e soltanto premonizioni positive. Non ne ha avuto di negative o, forse, peggio, di sospese, incerte, corrosive.

Mi ritrovo in un limbo. Nell'attesa di una risposta che arriverà, forse, a metà febbraio. E nel frattempo dovrò affrontare un mese e mezzo di lacrime, rabbia, sofferenza e incertezze. Mie e altrui.

E mi domando, se non avessi raggiunto un equilibrio interiore tanto agognato, cosa ne sarebbe stato di me. Cosa ne è di tutte quelle donne che vivono la mia stessa situazione e non hanno la forza interiore che io mi sono guadagnata?

Scrivo e piango, per sfogarmi. In solitudine, quando posso permettermi di farlo senza turbare e far soffrire gli altri. Ora è necessario farlo, svuotarsi nuovamente, del senso di rabbia e ingiustizia che di nuovo mi colpisce.

Sono abituata così: prima mi lascio investire da tutto il dolore possibile, senza risparmiarmi niente. Dopo, da sotto le rovine cerco uno spiraglio di luce, un indicazione per uscirne. E allora ricostruisco. Di nuovo.

Non è qualcosa che mi spaventi. Mi è accaduto fin troppe volte. Sono abituata alle tempeste. Sono abituata anche a lunghi giorni di sole.

Ma ora è tempo di dedicarmi alla discesa negli inferi. Andrò giù, giù, fino a quando non avrò toccato il fondo.

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